1. I messaggi che il tuo corpo ti invia sono lo strumento più affidabile che hai per decidere il ritmo di scalaggio.
Tra esperti per esperienza è opinione diffusa che un ritmo di scalaggio basato sui segnali del proprio corpo sia senza dubbio preferibile ad un ritmo basato su un calendario prestabilito. Annotare i sintomi di astinenza per iscritto è poi un ottimo modo per aiutarti ad aumentare la tua consapevolezza su ciò che sta accadendo nel tuo corpo, inoltre ti fornisce la possibilità di guardare indietro nel tempo per individuare tendenze o eventi particolari nel periodo del tuo scalaggio.
2. I sintomi di astinenza sono indicatori di perturbazione e impongono cautela.
I problemi fisici, mentali, cognitivi, emotivi o legati al sonno che possono emergere durante una reazione di astinenza da psicofarmaci sono interpretabili come indicatori del fatto che il corpo sia stato in qualche modo destabilizzato. In altre parole, i sintomi di astinenza sono il modo con cui il corpo comunica che ha bisogno di una pausa - i profani infatti li considerano l'unico modo affidabile per sapere quando uno psicofarmaco viene scalato a un ritmo troppo veloce. Non c’è nient’altro che può fornire questa informazione: nessun libro di testo, nessun foglietto illustrativo, nessun programma di riduzione, nemmeno l'esperienza di un'altra persona che ha scalato lo stesso farmaco, l'opinione di un professionista etc.
3. È spesso difficile ascoltare i messaggi del proprio corpo - ma ignorarli rischia di portare a un progressivo peggioramento.
Una quantità crescente di testimonianze suggerisce che ignorare i segnali di avvertimento del corpo continuando a "spingere" con lo scalaggio può destabilizzare ulteriormente il sistema nervoso centrale, intensificare i sintomi di astinenza, rendere più difficile la stabilizzazione e prolungare il tempo di guarigione complessivo. Molte persone, dopo aver adattato i programmi di riduzione ai messaggi che invia il proprio corpo, scoprono che il percorso di scalaggio diventa molto più gestibile. Se il vostro obiettivo durante lo scalaggio è mantenere un'alta qualità di vita, la strada giusta da seguire è lasciare che sia il vostro organismo a guidare il percorso di sospensione.
Molte persone - inclusi noi stessi - hanno però scoperto che l’idea di ascoltare il proprio corpo durante una crisi di astinenza può sembrare facile, ma nella pratica può diventare molto difficile a causa di una serie di ragioni. Per prima cosa, essendo noi tutti pazienti ed ex pazienti psichiatrici, la maggior parte è abituata a ricevere istruzioni su cosa fare e che terapia seguire, istruzioni da seguire in maniera indiscutibile e passiva. Inoltre, la cultura occidentale in cui viviamo ha la forte tendenza a far adattare le persone a un programma prestabilito, fissando un intervallo di tempo entro il quale raggiungere l’obiettivo. Quando si tratta di sospendere gli psicofarmaci, questa tendenza non cambia: molti ex pazienti hanno descritto quanto sia forte il desiderio di sapere esattamente quando arriverà il giorno in cui concluderanno lo scalaggio. È una sensazione perfettamente comprensibile, ci siamo passati anche noi! Ma la disconnessione con il proprio corpo che di solito segue il focalizzarsi troppo sulle tempistiche può essere fortemente controproducente. Proprio come ignorare un dolore acuto alla schiena per mesi e mesi può portare a un'ernia del disco e altre gravi conseguenze per la salute, la saggezza profana ritiene che forzare una sospensione ignorando i messaggi che l’organismo invia possa portare spesso a problemi molto peggiori.
4. Ascoltare i messaggi del corpo è una pratica che può aiutare a far emergere un senso di pace, potere e libertà..
Prestare responsabilmente ascolto ai sintomi di astinenza e cercare di alleviarli, viene da molti descritto efficace come una buona meditazione - accettare di scalare con tutto il tempo che il tuo organismo necessita, ti porterà ad approfondire la connessione con il tuo corpo e in definitiva con te stesso. Chi lo fa comincia a sentirsi più in contatto e in armonia con i propri bisogni fisici quotidiani, ritrovando anche un senso di benessere generale. Alcuni lo descrivono come un senso di "libertà dalla prigione farmaceutica" che comincia molto prima di assumere le ultime dosi. In questa situazione si percepisce il proprio percorso di sospensione come "gestibile" e "sotto controllo", situazione in cui l’individuo riesce a partecipare in modo attivo alle sua vita - tutto questo grazie all’ascolto dei messaggi del proprio corpo e alla decisione che siano quest’ultimi ad orientare il suo comportamento.