Se hai la fortuna di essere seguito da un medico ben preparato e che sostiene il tuo progetto di interrompere i farmaci, può essere utile decidere insieme quale programma di riduzione sia per te il migliore. Qui sotto troverai maggiori informazioni provenienti dalla comunità profana della sospensione, ti saranno senz’altro di aiuto nel corso del tuo processo decisionale.
Quale dei due metodi di riduzione è il più sicuro?
Per via della gradualità con cui si scala la dose, il metodo delle micro riduzioni quotidiane è quello a cui sono associate meno esperienze spiacevoli durante lo scalaggio. Il metodo della riduzione “a scalini” viene sì spesso applicato con successo, ma alcuni testimoniano che per loro sia stato difficile da tollerare - non a caso questo metodo si è guadagnato il soprannome di "taglia e soffri".
Quale dei due metodi è considerato il più delicato per il sistema nervoso centrale?
Anche se a nostra conoscenza non c'è nessuno studio clinico che supporti queste affermazioni, tra profani è opinione diffusa che il metodo delle micro riduzioni quotidiane sia il modo più sicuro per scalare. Grazie alle frequenti micro riduzioni si riesce ad "ingannare" il cervello e a non fargli notare come il dosaggio originale a cui si è abituato diminuisca sempre di più. E’ un meccanismo simile a quello che si applica quando il cervello non si accorge dei piccoli e graduali cambiamenti di temperatura dell’ambiente circostante. Inoltre alcuni credono che evitando abbassamenti di dose più sostanziali, il sistema nervoso centrale riesca a riabituarsi alle progressive riduzioni della quantità di farmaco assunta.
Quale dei due metodi è più veloce a lungo termine?
Secondo i resoconti aneddotici degli esperti per esperienza, non c’è un metodo più veloce dell’altro - tutto dipende da quale approccio permette al sistema nervoso centrale di una persona di trovarsi meglio, permettendo di conseguenza un percorso di riduzione costante e senza battute d'arresto.
Quale dei due metodi è il più complicato da attuare?
Entrambi i metodi di riduzione richiedono la conoscenza di un po' di matematica di base, la capacità di calcolare le riduzioni di dose e l’abilità manuale di selezionare una precisa quantità di polvere, granuli o liquido che sia. Il Passo 18 mostra e insegna le strategie usate dai profani per fare questi calcoli. Tra i due metodi, quello delle micro riduzioni quotidiane richiede calcoli e aggiustamenti di dose più frequenti rispetto ad una riduzione “a gradini”.
Quale metodo permette di seguire meglio la comparsa di eventuali sintomi di astinenza?
Nel programma delle micro riduzioni giornaliere non c'è un tempo di "attesa" in cui il corpo può reagire alla riduzione, e siccome si è constatato che il tempo tra la riduzione della dose e la risposta di astinenza dell’organismo può anche essere di 2-4 settimane, in alcuni casi si può continuare a scalare nonostante si sia già in astinenza senza rendersene conto. Può poi diventare difficile capire a quale dosaggio sono comparsi i problemi; saperlo con esattezza è utile perchè ti permette di diminuire il ritmo fino a quando il tuo corpo non si sarà completamente abituato. Per questo motivo, alcune persone preferiscono una riduzione "a gradini": dovendo mantenere la stessa dose per un certo periodo di tempo, si ha la possibilità di monitorare se e quando emergono sintomi di astinenza, oltre a quanto tempo ci vuole affinché scompaiano. Per riassumere sì, da questo punto di vista una riduzione “a gradini” permette di notare a che dosaggio sono emersi eventuali sintomi di astinenza e regolare lo scalaggio di conseguenza. Tuttavia, nessuno dei due approcci è perfetto perché i sintomi di astinenza possono emergere con tempi e modi imprevedibili.
Quale dei due metodi è meglio per trovare il tasso di riduzione giusto?
Quando lo scalaggio sta in generale proseguendo bene e si segue un ritmo che rispetta i messaggi ricevuti dal proprio corpo, il metodo delle micro riduzioni quotidiane è indicato come quello che consente di avere più "libertà di manovra" per modificare il ritmo di riduzione a seconda dei propri desideri. Se per esempio, durante il mese precedente si è ridotto la dose giornaliera di 0,16 mg senza che emergessero problemi, si può continuare allo stesso ritmo anche nel mese successivo. Qualche volta la mancanza di sintomi di astinenza dura solo pochi giorni, altre volte, invece, è possibile mantenere lo stesso tasso di micro riduzioni giornaliere per diverse settimane se non mesi prima dell’insorgenza di nuovi sintomi e aver bisogno di ricalcolare la riduzione di dose. D'altra parte, le persone che usano un
programma di riduzione “a gradini” a volte riescono a identificare la comparsa dei sintomi di astinenza dopo ogni riduzione con tanta precisione da provare ad accelerare il ritmo di scalaggio, applicando delle riduzioni di dose leggermente più alte. Tuttavia, secondo l'opinione di molti, provare ad aumentare il tasso di riduzione seguendo un metodo “a gradini” è più difficile da gestire rispetto che provare a farlo con un programma di micro riduzioni quotidiane.
Quale programma di scalaggio offre più libertà di scelta sul metodo di scalaggio?
In genere, un programma di riduzione “a gradini” permette più flessibilità nella scelta del metodo di riduzione. In particolare, è importante sapere che per applicare certi metodi di riduzione è necessario “allungare” la dose pesata con un riempitivo in polvere o un diluente liquido, in modo da
riuscire a misurare la quantità di principio attivo con precisione. Queste e altre questioni correlate sono discusse più in dettaglio nei capitoli successivi.
Ci sono studi scientifici a sostegno di un tipo di programma rispetto all'altro?
Gli studi clinici hanno dimostrato che l'interruzione brusca degli psicofarmaci è molto più difficile da gestire rispetto ad una riduzione a ritmo costante. Sfortunatamente, gli studi sono stati realizzati considerando dei tassi di riduzione ancora troppo rapidi rispetto agli standard della comunità profana. Inoltre, gli studi durano poche settimane o pochi mesi, per cui le informazioni che possono fornire sono per forza di cose limitate. Nei foglietti illustrativi di molti psicofarmaci approvati dalla FDA è recentemente stata aggiunta una menzione sul rischio "sindrome da interruzione" (cioè la reazione di astinenza). A volte consigliano anche di ridurre in maniera "graduale". Ma come nel caso degli studi clinici, il "graduale" non viene definito e, quando lo è, tipicamente viene indicato un tasso di riduzione troppo veloce (per maggiori informazioni leggi "Quanto lento è lento quando si tratta di astinenza da psicofarmaci?").
Per quanto ne sappiamo non c'è stata ancora nessuna ricerca esplicitamente condotta per confrontare il metodo delle micro riduzioni giornaliere con quello della riduzione “a gradini”. Il miglior elemento di cui attualmente disponiamo per orientare la nostra scelta è, anche in questo caso, la saggezza aneddotica condivisa da esperti per esperienza che hanno applicato questi approcci.
Bisogna davvero scegliere tra uno e l'altro programma?
No. Capita spesso che all’interno di un programma di micro riduzioni quotidiane si mantenga una dose per affrontare dei problemi che sono emersi, e, dopo essersi stabilizzati, riprendere a ridurre su base quotidiana. Oppure, durante una riduzione “a gradini”, si può scegliere di diminuire l’entità della riduzione di dose aumentandone la frequenza, rendendo così un programma di riduzione a gradini più simile alle micro riduzioni quotidiane. Inoltre, alcuni utilizzano una riduzione a gradini fino a quando non sono scesi ad una dose giornaliera relativamente bassa, per poi terminare il percorso di sospensione con delle micro riduzioni quotidiane. In questo modo le fasi finali dello scalaggio saranno più costanti. L’insegnamento più importante che gli esperti per esperienza hanno da offrire è modificare sempre il percorso di riduzione in base ai segnali ricevuti dal proprio organismo. Alla fine della giornata, il vostro corpo ti dirà cosa ha funzionato e cosa no.